Brasile: l’Amazzonia rischia di scomparire entro il 2050

L’Amazzonia, una delle aree più impervie e selvagge del mondo, è in pericolo a causa del progressivo aumento della deforestazione nella regione. Secondo gli ultimi dati emersi, infatti, le aree distrutte dell’Amazzonia brasiliana potrebbero superare il 40% entro il 2050, portando alla scomparsa drammatica di alberi, animali e popolazioni indigene.

Il Brasile possiede il 60% dell’area totale della foresta amazzonica, un’area che rappresenta il 20% dell’intero polmone verde del pianeta. Il governo del paese ha varato misure molto interventiste per prevenire la deforestazione ma, negli ultimi anni, molte decisioni prese a livello statale hanno messo a rischio l’area.

Secondo il Ministero dell’Ambiente, ad esempio, dal 2019 al 2020 la distruzione della foresta amazzonica è cresciuta del 12%. I dati non sono confortanti e lasciano poco spazio all’ottimismo; si stima che la deforestazione possa aumentare a causa dell’espansione del settore agricolo, delle operazioni minerarie illegali ed elusione degli abbattimenti irregolari delle specie arboree.

La scomparsa della foresta pluviale avrebbe conseguenze disastrose sulla fauna e sulla flora che lo popolano. La deforestazione impedirebbe l’assorbimento del biossido di carbonio, accentuando il cambiamento climatico e lo spostamento delle piogge verso nord; il risultato sarebbe una progressiva desertificazione. Inoltre, l’Amazzonia ospita alcune comunità indigene che dipendono dall’equilibrio dell’ecosistema: la scomparsa della foresta rappresenterebbe una tragedia umana oltre che naturalistica.

In conclusione, la situazione in Amazzonia non può essere ignorata. È necessario contrastare la deforestazione attraverso azioni coordinate dei governi e della società civile. La sopravvivenza della foresta amazzonica è cruciale per la salvezza del nostro stesso mondo, ed è urgente agire prima che sia troppo tardi.

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