SEO. 5 – brevi – case study ♦♦♦♦♦

⇑ ⇑ Appunti e considerazioni sparse sull’argomento. Un format confusionario per chi volesse approfondire ⇑ ⇑

Più che presentare 5 – brevi – case study vorrei raccontarli. Quando parliamo di SEO mi piace sempre distinguere fra indicizzazione, posizionamento e SEO visto che, come dico sempre, sono 3 attività completamente diverse fra loro.

Oggi lasciamo da parte l’indicizzazione dandola ormai per scontata. Anche in questo caso come dico sempre, parlare d’indicizzazione nel 2020 non ha senso. Si da per scontato che un sito web non abbia problemi d’indicizzazione e che quindi compaia sui motori di ricerca senza problemi. Parlarne sarebbe come parlare di “tetti per le case”. Ha davvero senso? Direi di no. Lo diamo per scontato che una casa abbia un tetto. Non è qualcosa da specificare nel contratto con la ditta che ce ne costruisce una. No? Se siamo tutti d’accordo possiamo andare oltre.

Indicizzazione, posizionamento e SEO sono i nomi con cui chiamiamo 3 attività, attività che richiedono degli investimenti e che hanno degli effetti diversi su Google. Vediamo nel dettaglio, capendo perché, budget permettendo, dovremmo lavorare su tutti questi canali e quali potrebbero essere gli effetti.

A. posizionamento

SEO. 5 - brevi - case study.

Un lavoro di posizionamento ben fatto di solito produce un grafico in crescita di 45°. In questo caso specifico la lavorazione è stata preceduta da un lavoro di SEO, quindi a distanza di 3 mesi circa è cominciato quello di posizionamento.

Il 20% della lavorazione ha interessato il sito web dove non sono state fatte modifiche ai contenuti mentre il restante 80% si può riassume con: Link. Nel 2020 come praticamente da sempre il peso dei link nella crescita di un sito web sui motori di ricerca è innegabile ed ogni volta se ne ha la conferma.

B. SEO

SEO. 5 - brevi - case study.

Quando dico che “la SEO è ben poca cosa” intendo questo. Possiamo fare tutti i lavori d’ottimizzazione che vogliamo ma se è vero che la crescita sia esponenziale, un progetto senza contenuti da promuovere sui motori di ricerca crescerà poco. Ovviamente vale anche il contrario: Un sito web con molti contenuti di valore, se ottimizzato, potrebbe crescere parecchio ad un costo davvero contenuto.

Di sola SEO però non si vive. La base da cui partire è sicuramente questa ma se vogliamo ottenere il massimo dai motori di ricerca c’è molto altro che possiamo fare.

C. Strategia dei contenuti

SEO. 5 - brevi - case study.

Premessa: Il sito web in oggetto è stato ottimizzato e successivamente curato da qualche anno. È anche stato fatto un lavoro di posizionamento su una chiave molto importante per l’attività.

Lo stravolgimento però è arrivato con i contenuti. Una volta che il blog ha cominciato a marciare questo è stato il risultato. Le chiavi locali su cui il progetto si basava ed in cui vantava ottimi posizionamenti – seppur di basso traffico – oggi sembrano un lontano ricordo. Tutto grazie ad un blog che giorno dopo giorno è stato nutrito di contenuti di valore ma sopratutto attuali. Le chiavi per cui il sito web compariva su Google si sono moltiplicate a dismisura con un diretto aumento del traffico dai motori di ricerca. E qua una parentesi: Alcuni di questi contatti si sono trasformati da lettori a clienti. Perché se la società viene percepita come autorevole in materia, è facile che il lettore poi approfondisca la sua necessità nei servizi dell’azienda.

D. Fama e notorietà

SEO. 5 - brevi - case study.

A volte dico che ad alcuni converebbe fare volantinaggio. Lo dico in senso tutt’altro che dispregiativo per spiegare come in certi casi convenga allocare il budget su canali diversi da quello digitale o comunque si digitali ma non legati ai motori di ricerca. Il grafico di cui sopra non ne è però l’esempio, sebbene possa essere comunque usato per spiegare quanto appena detto.

In questo caso particolare il sito web ha beneficiato di un lavoro di SEO che tuttavia non ha prodotto risultati apprezzabili nel lungo periodo. Nel breve c’è stata una crescita finché col passare dei mesi non abbiamo assistito ad un progressivo appiattimento. Ovviamente un lavoro di SEO non è mai un investimento sprecato, a volte però non c’è un corrispettivo riscontro.

Il grafico in ogni caso registra un successo e sapete perché? Perché la società titolare del sito web ha una presenza offline ed online davvero forte. Online si chiama link earning, cioè quando il mio sito web attrae link che lo fanno crescere senza che lo stesso debba chiederli e tantomeno pagarli. Questo ne è un esempio lampante. Il servizio offerto è così di qualità che altri siti web ne parlano e mi linkano senza che nessuno glielo abbia chiesto: Caso win-win.

E. posizionamento. Come – NON – farlo.

SEO. 5 - brevi - case study.

Abbiamo visto che posizionamento e SEO si possono declinare in attività dettagliate come quelle di cui sopra. Per riassumere: Posizionamento, SEO, strategia dei contenuti e fama e notorietà. Le prime 2 sono manipolabili, la 3° richiede un intervento diretto, anche se non necessariamente, del cliente per la redazione dei contenuti mentre la 4° è completamente slegata dalla nostra volontà.

Adesso che sappiamo cosa fare per far crescere il nostro sito web sui motori di ricerca vediamo cosa NON fare: Non pagare il consulente oppure pagarlo a singhiozzo.

Il grafico di cui sopra è l’emblema di quello che una società non dovrebbe fare col proprio consulente SEO. Vedi la crescita iniziale? Il lavoro è cominciato ed i risultati si apprezzano fin da subito, d’altronde il progetto è a 0 in quel momento. Subito dopo però succede qualcosa, i soldi cominciano a non arrivare. Il consulente ovviamente non può spendere soldi che non ha in cassa oppure la sua gestione di cassa gli impedisce di andare, diciamo, in rosso. A quel punto il lavoro comincia a subire una decrescita finché i soldi non arrivano e si registra una nuova impennata che coincide con la ripresa dei lavori. A quel punto però la storia si ripete e così via finché non si arriva ad un punto di rottura che decreta il fallimento di un lavoro che altrimenti sarebbe stato, si spera, un successo.

Che cos’abbiamo imparato da questi 5 case study? La mia personale ricetta per crescere sui motori di ricerca.

Che un lavoro di SEO è la base. Che di sola SEO non si vive, rendendo necessario un lavoro di posizionamento per crescere sui motori di ricerca grazie ai link. E che i contenuti giocano – come i link – un ruolo centrale in qualsiasi strategia di crescita.

Se volessimo scrivere una ricetta per crescere sui motori di ricerca credo che le righe di cui sopra ne siano un’ottima sintesi. Nota tuttavia che il miglior piatto di pasta del mondo non potrà essere servito ad un celiaco.

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