La storia di Vladimir Putin: Dall’infanzia al Cremlino.

Nato il 7 ottobre 1952 a Leningrado, oggi conosciuta come San Pietroburgo, Vladimir Vladimirovič Putin è cresciuto in un’Unione Sovietica segnata dai profondi cambiamenti politici e sociali del dopoguerra. Suo padre, Vladimir Spiridonovič Putin, era un ex-militare che aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, mentre sua madre, Maria Ivanovna Shelomova, era una lavoratrice di fabbrica. La loro vita era umile, caratterizzata dalla dura realtà della ricostruzione post-bellica.

Fin da giovane, Putin dimostrò una determinazione straordinaria. Praticava judo e sambo, arti marziali in cui raggiunse un livello di maestria che gli avrebbe insegnato disciplina e resistenza. Queste qualità, insieme a un’intelligenza acuta, sarebbero diventate le sue caratteristiche distintive.

Gli Anni di Formazione

Nel 1970, Putin si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Leningrado, dove si laureò nel 1975. Poco dopo la laurea, venne reclutato dal KGB, il Comitato per la Sicurezza dello Stato, e iniziò a lavorare nei servizi segreti sovietici. La sua carriera nel KGB lo portò in Germania Est, dove operò a Dresda dal 1985 al 1990. Questo periodo fu cruciale per la sua formazione, poiché acquisì competenze nell’intelligence e nella raccolta di informazioni, nonché una profonda comprensione della geopolitica.

Il Ritorno in Russia e l’Inizio della Carriera Politica

Con il crollo del muro di Berlino nel 1989 e la successiva disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991, Putin tornò in una Russia in pieno tumulto. Si ritirò dal KGB nel 1991 con il grado di tenente colonnello e iniziò a lavorare come assistente del rettore dell’Università Statale di Leningrado. Qui, incontrò Anatolij Sobchak, un influente politico russo e futuro sindaco di San Pietroburgo, che sarebbe diventato il suo mentore politico.

Nel 1991, Sobchak nominò Putin capo del Comitato per le Relazioni Estere del municipio di San Pietroburgo. In questo ruolo, Putin ebbe l’opportunità di dimostrare le sue capacità amministrative e diplomatiche, gestendo le relazioni internazionali della città e promuovendo investimenti stranieri. La sua abilità nel navigare tra le complesse dinamiche politiche lo rese un attore chiave nell’amministrazione di Sobchak.

L’Ascesa nella Politica Nazionale

L’ascesa di Putin nella politica nazionale russa fu rapida. Nel 1996, quando Sobchak perse le elezioni per il secondo mandato, Putin si trasferì a Mosca. Qui, grazie alle sue connessioni e alla reputazione costruita a San Pietroburgo, ottenne una serie di incarichi governativi. Nel 1997, venne nominato vice capo dell’Amministrazione Presidenziale sotto Boris Eltsin, e l’anno successivo divenne direttore del Servizio Federale di Sicurezza (FSB), l’organizzazione successore del KGB.

Nel 1999, Boris Eltsin, afflitto da problemi di salute e sotto la pressione di uno scenario politico tumultuoso, nominò Putin Primo Ministro. Questa mossa segnò l’inizio dell’ascesa vertiginosa di Putin al potere. Il 31 dicembre 1999, in un annuncio sorprendente, Eltsin si dimise dalla carica di Presidente, nominando Putin presidente ad interim.

La Presidenza di Putin

Nel marzo 2000, Vladimir Putin venne eletto Presidente della Federazione Russa con una larga maggioranza. Il suo primo mandato fu caratterizzato da una forte enfasi sulla stabilità economica e politica. Putin intraprese una serie di riforme per consolidare il controllo del governo centrale sulle regioni e ridurre il potere degli oligarchi che avevano dominato l’economia russa negli anni ’90.

Putin si guadagnò il sostegno della popolazione grazie alla sua promessa di riportare la Russia a uno stato di grandezza e prosperità. Sotto la sua leadership, la Russia godette di una crescita economica sostenuta, alimentata in gran parte dagli alti prezzi delle materie prime come il petrolio e il gas. Tuttavia, il suo governo fu anche criticato per le crescenti restrizioni alla libertà di stampa e ai diritti civili, oltre che per l’approccio autoritario nel gestire il potere.

Il Consolidamento del Potere

Nel 2004, Putin fu rieletto per un secondo mandato con un consenso ancora maggiore. Durante questo periodo, continuò a centralizzare il potere e a rafforzare il controllo del Cremlino su tutti gli aspetti della vita politica ed economica del paese. La sua politica estera fu caratterizzata da un atteggiamento assertivo nei confronti dell’Occidente e da un tentativo di ristabilire l’influenza della Russia sulle ex repubbliche sovietiche.

Uno dei momenti più controversi del suo secondo mandato fu la crisi ucraina del 2014, culminata con l’annessione della Crimea alla Russia. Questa azione provocò una serie di sanzioni internazionali contro la Russia e un deterioramento significativo delle relazioni con l’Occidente.

Il Ritorno alla Presidenza

Dopo aver terminato i suoi due mandati consecutivi, nel 2008, Putin non poté candidarsi immediatamente per un terzo mandato a causa dei limiti costituzionali. Tuttavia, rimase al centro del potere come Primo Ministro sotto la presidenza di Dmitrij Medvedev. Questo periodo vide una chiara divisione del potere, con Putin che manteneva una forte influenza sulle decisioni di governo.

Nel 2012, Putin tornò alla presidenza per un terzo mandato, dopo aver vinto le elezioni con una solida maggioranza. Il suo ritorno segnò l’inizio di un periodo di ulteriore consolidamento del potere e di un aumento delle tensioni con l’Occidente, in particolare per le sue politiche in Ucraina e Siria.

Conclusione

La storia di Vladimir Putin è quella di un uomo che, partendo da umili origini, è riuscito a scalare i vertici del potere russo grazie a una combinazione di intelligenza, determinazione e abilità politica. Il suo percorso dalla povertà di Leningrado fino al Cremlino riflette non solo la sua straordinaria carriera, ma anche i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato la Russia negli ultimi decenni.

Putin ha plasmato la Russia moderna attraverso una leadership che ha suscitato ammirazione e controversie, portando stabilità e crescita economica ma anche critiche per il suo approccio autoritario e per le sue politiche estere aggressive. Indipendentemente dalle opinioni che si possano avere su di lui, il suo impatto sulla Russia e sul mondo è innegabile, rendendolo una delle figure più influenti e discusse del XXI secolo.

Iscriviti alla newsletter! Ricevi gli articoli più importanti per EMail.