L’inutilità delle certificazioni online.

Precisiamo subito che non tutte le certificazioni online siano inutili. Lo sono quando la metodologia con cui vengono rilasciate non può essere definita in altro modo se non dubbia.

Lo dico dandomi la zappa sui piedi visto che nel corso degli anni ho accumulato qualcosa come 20-30 certificazioni di cui solamente 1 presa offline nell’ormai lontanissimo 2009. Per questo sono tutt’altro che di parte ma soprattutto credo di avere un minimo di esperienza a riguardo, motivo per cui spero che mi presterai orecchio.

Certificazioni offline. Una brevissima parentesi.

Apriamo e chiudiamo subito una parentesi sulle certificazioni old school. Uno studia finché un giorno decide di sostenere l’esame, quindi si sveglia, si alza dal letto, si dirige nella sede d’esame, lo sostiene e poi esce stappando lo spumante. In questo senso tutte le certificazioni offline per me sono inattaccabili dato che c’è un ente terzo che certifica la tua identità ma soprattutto che garantisce il corretto svolgimento della prova. Insomma le competenze le hai davvero e la persona che le ha sei davvero tu, altrimenti non avresti potuto superare l’esame. Credo che fin qua siamo tutti d’accordo no?

Certificazioni online. Per me valgono – quasi – tutte 0. Anche se chi le rilascia è un nome prestigioso.

Online invece non succede quanto sopra descritto. Nessuno e, ripeto, nessuno certifica l’identità del candidato quindi del prestigio dell’ente certificatore ce ne facciamo poco se non proprio niente.

Un esempio? Prendiamo le certificazioni di Google. Basta un account GMail che chiunque può aprire a nome altrui e per sostenere l’esame non c’è alcun requisito. Premi sul bottone e lo sostieni. Lo superi? Sei certificato!

Bene. Per me questo tipo di certificazione, nonostante sia rilasciata da un colosso come Google, vale 0 perché vengono meno i requisiti che invece sono garantiti nelle prove offline: L’identità del candidato ed il corretto svolgimento della prova d’esame.

Nell’esempio di Google mi sono limitato a citare il problema dell’identità del candidato ma il caso più comune non è quello della sostituzione della persona quanto piuttosto l’uso delle risposte online. Se succede offline nei concorsi pubblici figurati online dove basta sgooglare qualche minuto per trovare tutte le risposte all’esame. E fidati che se la certificazione di cui parliamo è sufficientemente famosa, per forza di cose troverai le sue risposte pubblicate su qualche forum o sito web. Aggiornate al giorno stesso in cui le trovi per di più e spesso pubbliche nel senso che non ti chiederanno neanche 1€ per averle. Una completa follia.

Quindi tutte le certificazioni online sono da condannare? Assolutamente no. Anzi! Per me sono il futuro se non il presente e pure il passato. Basta usare la testa.

Per ovviare al problema basterebbe fare come CERTIPASS che non solo identifica il candidato ma lo registra audio e video durante la prova d’esame, obbligandolo a sottostare a regole più che rigide come ad esempio il non potere portare gli occhi fuori dall’angolo di visuale del monitor pena la nullità dell’esame.

Anche in questo modo si potrebbe comunque barare, lo so. Già le vedo le soluzioni di spy cam invisibili con cui il complice potrebbe leggere le domande mentre il candidato ascolta le risposte tramite un auricolare invisibile. Lo so che non esiste davvero un modo per “blindare” le certificazioni – offline od online che siano – ma almeno si può rendere più difficoltosa la vita ai furbetti. E queste soluzioni ci sono oggi come c’erano 10 anni fa, basta solamente usare la testa e trovare la voglia d’implementarle.

Poi che il problema reale sia una questione d’interessi è tutto un altro discorso di cui sono perfettamente consapevole e pure d’accordo. Già me lo vedo, sempre per fare un esempio, Google spendere milioni per implementare l’infrastruttura ma soprattutto assumere, formare e gestire una serie di persone da dedicare al controllo dei candidati e delle loro sessioni d’esame. Chi glielo farebbe fare? Cosa ne guadagnerebbero? In termini monetari credo proprio niente. Significherebbe anzi un esborso di denaro senza giustificazione alcuna.

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