Il Brasile affronta un’escalation del Covid-19 nonostante le vaccinazioni di massa

Il Brasile affronta una nuova ondata di Covid-19, iniziata lo scorso febbraio, dopo una breve diminuzione dei casi a novembre 2020. A confermare l’escalation è il dato che indica oltre 66.000 casi al giorno, mentre il tasso di mortalità ha raggiunto il 3,0 per cento.

Secondo uno studio dell’Università di San Paolo, ciò che preoccupa maggiormente le autorità sanitarie brasiliane è la variante P.1, originaria di Manaus, che ha causato il picco dei casi in gennaio. La P.1, che presenta mutazioni significative nella proteina spike del virus (che gli permette di infettare le cellule), potrebbe avere una maggiore capacità di trasmissione e una resistenza minore alla risposta immunitaria.

In questo contesto, il governo federale ha cercato di contenere la pandemia con una campagna vaccinale di massa, utilizzando il vaccino CoronaVac, sviluppato dal laboratorio cinese Sinovac, e AstraZeneca, prodotto in India.

Il Brasile ha somministrato oltre 35 milioni di dosi di vaccino, ma non ha ancora raggiunto la sua capacità massima di produzione e molte persone devono attendere la loro dose. Inoltre, le politiche regionali hanno differito nel rispondere alla crisi sanitaria, con alcune contee che si sono concentrate sull’apertura dei posti di lavoro e sull’ottenimento dei guadagni.

La situazione del Brasile ha attirato l’attenzione internazionale, con l’Organizzazione mondiale della sanità che si è unita alle critiche sulla risposta del governo federale. In particolare, l’OMS ha sottolineato l’importanza di una risposta coordinata a livello nazionale per affrontare la pandemia.

In conclusione, il Brasile sta affrontando una delle peggiori fasi della pandemia di Covid-19, con una variante contagiosa che sta causando un’escalation dei casi. Nonostante la campagna di vaccinazione, il paese sta lottando per fornire dosi di vaccino sufficienti alla popolazione, mentre la risposta coordinata del governo federale rimane in dubbio.

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