Cos’è successo ad Intel?
Intel, la celebre azienda americana derivante dalla fusione tra Integrated Electronics Corporation e la Moore Computer Corporation nel 1968, ha subito un duro colpo in borsa a fine giugno. Una serie di cattive notizie ha portato il titolo a perdere quasi il 16% in una sola sessione, un risultato molto sconfortante per uno dei colossi del mondo tecnologico.
Dallo scorso gennaio, Intel ha visto la sua capitalizzazione di mercato più che dimezzarsi, un vero e proprio disastro per un’azienda che a metà degli anni ’90 era il simbolo dell’innovazione e del progresso tecnologico.
Ma quali sono le cause della caduta in disgrazia di Intel? Innanzitutto, la crisi pandemica ha colpito duramente il settore dei semiconduttori, determinando una forte contrazione della domanda da parte dei produttori di automotive, precedentemente uno dei principali clienti di Intel.
Inoltre, l’azienda ha commesso alcuni errori strategici, come ritardi nella produzione dei propri chip eccessivamente affidata alla componente pre-esistente della sua catena di fornitura, portando a problemi di fornitura e imposizioni di dazi commerciali che ne hanno ulteriormente accresciuto i costi.
C’è anche da aggiungere l’esplosione di nuovi rami di tecnologia informatica, sia nell’adronica che nell’intelligenza artificiale, che hanno progressivamente tolto spazio ai chip prodotti dall’azienda americana.
In sintesi, ci troviamo di fronte all’evolversi di un mercato che si sta adattando sempre più alla domanda proveniente da soggetti più flessibili e innovativi, che stanno sempre più rubando spazio a quelle parti dell’industria del semiconduttore che tardano a evolversi.
Intel dovrà fare ancora di più per innovare, risolvere le conseguenze della crisi pandemica e ridefinire il proprio ruolo nell’industria dei semiconduttori se vorrà mantenere la propria posizione di leader nel futuro prossimo.